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Suor Vincenza Degano FdC, “serva dei poveri”






8 ottobre 2013, Torino


Nell’anniversario della nascita al Cielo di suor Vincenza Degano FdC, animatrice per decenni della Mensa del Sacro Cuore per Persone in difficoltà, è stata celebrata una Santa Messa nel Santuario omonimo. Ecco il testo preparato dai Volontari della Mensa. Verrà affisso sotto il quadro di Suor Vincenza, nella sala dove i “clienti” consumano il pranzo.



Nata a Talmassons (UD) il 27/9/1921, Dirce Anna Degano, prima di 10 figli, amava definirsi “serva dei poveri”. Entrata in vocazione nel 1941, prende i primi voti il 27/11/1946 in piena guerra e vuole chiamarsi Vincenza ispirata dal Santo fondatore dell’Ordine.


Dopo alcuni servizi in altre realtà ecclesiali, dal 30 giugno 1944 si occupa personalmente dei poveri del quartiere S. Salvario e non solo. A soli 23 anni, giovane suora, si trova ad affrontare situazioni di famiglie affamate dalla guerra, persone sole, tossici, donne oggetto di violenza, ed ogni forma di emarginazione. Approda alla mensa ricavata nei locali della parrocchia del Sacro Cuore di Gesù in via Brugnone, a gestire il “servizio minestre” divenuto col tempo un pasto completo. Anche quando il Comune di Torino intorno al 1975 si rese disponibile a fornire i pasti già pronti, lei volle continuare a cucinare quotidianamente almeno due primi piatti per le diverse esigenze dei poveri perché potessero beneficiare di un piatto caldo appena fatto, proprio come in famiglia. Quando qualcuno le chiedeva se avesse mai desiderato avere dei figli, lei riferendosi ai poveri diceva: “perché, tutti questi non bastano”? Spesso alcuni parrocchiani portavano delle offerte anche generose e lei con quei soldi provvedeva a risolvere i problemi di coloro che si trovavano in difficoltà. Delegata dell’Ufficio Pio S.Paolo, per quasi 60 anni, fino alla sua morte, ha guidato la mensa con autorevolezza circondandosi di un nutrito gruppo di circa 40 volontari che l’hanno aiutata a servire i “suoi poveri” che andavano aumentando. In piedi dalle 7,30 del mattino, sveglia da molto prima, si sedeva solo per il pranzo che lei stessa preparava anche per i volontari, alle 13.


Dopo il servizio di mensa, stirava, puliva e trovava ancora l’energia di accogliere e visitare le famiglie povere della zona offrendo aiuto ed ascolto. In un appunto spirituale scriveva: “ Signore, Tu hai ritenuto di contare sulla mia misera collaborazione per farti conoscere ed amare. Ti chiedo perdono del mio poco impegno per farti conoscere ed amare dai miei poveri”.


L’8 Ottobre del 2001, dopo mesi di straziante malattia, si è spenta lasciando un grande vuoto fra le sue consorelle, Figlie della Carità, le volontarie e i volontari, nonché tra i “suoi” poveri, per i quali si spese senza risparmio.


Riposa nella cripta di famiglia a Flambro (UD)


Grazie cara Sorella del tuo esempio. Guidaci da lassù ed aiutaci a servire nel migliore dei modi i “tuoi poveri” che ci hai lasciato in eredità.



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