4 aprile 2005 - Un commento all’ “Annunciazione” scritto dai partecipanti ai gruppi di ascolto della Parola di Dio formati in Casa Albergo e nella Struttura Protetta di LUINO, con l’aiuto di suor Clotilde FdC.
L’annuncio della nascita di Gesù (Lc, 1,26-38), è uno dei racconti più belli dell’intero Vangelo. E’ anche uno dei più profondi. E’ come uno specchio nel quale si possono scorgere i tratti essenziali della chiamata di Dio e della risposta dell’uomo. Puoi leggervi ciò che Dio fa per te e come tu devi accogliere il suo dono.
Alcuni giorni prima dell’incontro del ” gruppo di ascolto” la signora Emma, animata da un profondo sentimento di gratitudine verso la SS. Vergine, ci ha dato lo spunto per la scelta del tema e cioè: convergere le riflessioni sui misteri del Rosario. Ci sentiamo invitati a riscoprire questa contemplazione dei misteri evangelici e molte delle nostre ospiti si sentono di affermare che “il rosario è la mia preghiera preferita”, come Papa Giovanni Paolo II, perché esperimentano sempre la bellezza, la forza, la pace interiore che deriva da questa preghiera che ha come sottofondo musicale la ripetizione meditativa della “Ave Maria”.
Per la festa dell’Annunciazione, abbiamo scelto i misteri Gaudiosi o della Gioia. Con le nostre animatrici Francesca e Gabriella e una ventina di ospiti di cui molte in carrozzella ci siamo incontrate nel soggiorno del 1° piano. Gabriella ha letto il Vangelo :
” Nel sesto mese, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea chiamata Nazaret a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, chiamato Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: ” Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te… “.
Nell’osservare il testo di Luca ci accorgiamo che nella Bibbia niente avviene per caso; anche i luoghi, i nomi hanno una loro importanza. Vediamo che il luogo geografico dove Dio ha voluto entrare nel mondo è il villaggio di Nazaret: “Nazar”, che significa “nascondere sottoterra” (secondo le ricerche archeologiche c’è la città sepolta).
Dio sceglie questo luogo nascosto per incarnarsi.
Nelle Scritture il Messia era stato annunciato a più riprese. Tutte le donne ebraiche, appartenenti al popolo di Dio, potevano essere scelte, ma Dio sceglie Maria, donna del silenzio, dell’ascolto, dell’umiltà. I libri santi lasciavano conoscere la volontà di Dio, ma a Dio il potere di scegliere “questa donna dalla quale doveva nascere il Cristo» come dice Paolo (Galati 4,4).
Ci sentiamo pieni di stupore considerando che i pensieri di Dio non sono i nostri. Dio preferisce i piccoli, gli umili, i poveri.
Nel testo greco l’angelo dice: “Giosci, Maria”. Non è un semplice saluto, ma un invito alla gioia: il Signore le è vicino e compie la promessa.
Il dialogo tra l’angelo e Maria si illumina maggiormente con l’affermazione: “Nulla è impossibile a Dio”. Allora Maria disse: “Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto”… sono nelle tue mani.
La signora Cesira conclude: “…più il nostro cuore è pieno di Dio e più siamo nella serenità, nella gioia”
La signora Antonia ricorda un’antica filastrocca in dialetto veneto, dove emerge la figura di Giuseppe, padre putativo di Gesù. Giuseppe non parla nel Vangelo, lui ascolta nel sogno ed è disposto all’azione di Dio. In ebraico Giuseppe significa “aggiungere”. Per questo uomo giusto, è stato un aggiungere protezione, allegria, armonia nella casa di Nazaret. E’ un esempio grande per noi e ci invita a mettere un di più in attenzione, bontà, tenerezza per le persone che ci stanno attorno