.
PATRONA delle
PROVINCE FdC d’ITALIA
.
.
- Postulazione Generale -
.
.
SITO Web del Comune di CASATISMA (Pv)
.
.
Suor Giuseppina Nicoli FdC - Casatisma (Pv) 1863 / Cagliari 1924 -
è stata proclamata BEATA il 3 febbraio 2008.
.
.
“La carità ci fa volare, giubilando.
Serviamo il Signore allegramente confidando in Lui.”
.
.
“Signore, nulla io sono davanti a Te! Quando si scende nel proprio nulla, si trova la luce e la Grazia. Se ne esce trasformate…”
.
.
L’opera di suor Giuseppina Nicoli è sorprendente per intensità, qualità, quantità ed organizzazione. La sua attività instancabile si fondava sulla contemplazione della viva presenza di Dio in ogni persona che incontrava, e sulla fiducia del Suo intervento in ogni avvenimento. Nulla per lei avveniva a caso. Gioie e dolori, consolazioni e sacrifici, apprezzamenti e calunnie: tutto ella riferiva a Dio e alla sua bontà. “Oh, quanto è buono il Signore!”, esclamava spesso.
.
Quanta bontà, in particolare, suor Giuseppina portava alla luce nell’animo dei suoi “Marianelli” – i monelli di Maria -, oggi li chiameremmo bambini “di strada”, allora erano i “piccioccus de crobi”. Senza casa e senza famiglia, questi ragazzini vagavano tra il porto e il mercato di Cagliari, in Sardegna, per umili e pesanti servizi di facchinaggio. Con la loro cesta (“sa crobi”), guadagnavano pochi soldi e, abbandonati a loro stessi, passavano le notti avvolti in giornali, all’addiaccio. Suor Nicoli ne accolse a centinaia all’Asilo della Marina dove era Suor Servente; non li allontanò dal loro ambiente, ma stette loro vicino, li istruì, preparandoli ad un lavoro dignitoso, e trasmettendo loro i principi cristiani.
.
.
.
Nata a Casatisma, in provincia di Pavia, il 18 novembre 1863, battezzata pochi giorni dopo, il 22 del mese, a vent’anni entrò tra le Figlie della Carità e l’anno successivo fu inviata in Sardegna come insegnante nelle scuole magistrali, presso il Conservatorio della Provvidenza.
.
Appena trentenne fu colpita da TBC polmonare che lentamente la consumerà nei successivi trent’anni di vita. A 36 anni fu nominata Suor Servente all’ Orfanotrofio di Sassari, che con lei fiorì di opere in favore delle giovani e dei poveri.
Nel 1910, venne nominata Economa Provinciale a Torino e, 18 mesi dopo, fu scelta come Direttrice del Seminario per formare le giovani che entravano in Comunità.
Dopo appena nove mesi, per nuovi problemi di salute, fu ancora inviata in Sardegna. Qui ebbe una grande prova: fu accusata ingiustamente e rifiutata dal presidente dell’ Orfanotrofio. Suor Nicoli, in silenzio, si affidò ai Superiori, che la destinarono all’Asilo della Marina, a Cagliari. La sua sofferenza fu feconda per altre opere esemplari: si dedicò, oltre che ai ragazzi di strada, all’educazione della gioventù femminile, che riuniva in associazioni: raccolse le giovani a servizio dei signori della città, che venivano dai paesi, riunendole col nome di “Zitine”, sotto la protezione di santa Zita; riunì per esercizi e ritiri spirituali le migliaia di giovani che lavoravano alla Fabbrica Nazionale di Tabacchi; incentivò l’associazione delle Figlie di Maria;fondò in Italia la prima associazione di “Damine della Carità” e con loro animò l’assistenza domiciliare del quartiere della Marina e la colonia estiva al Poetto per i bambini scrofolosi e rachitici; si interessò delle giovani della borghesia, raccogliendole nell’associazione delle “Dorotee”, consacrandole alla missione di testimonianza cristiana nel mondo. Le ragazze più motivate venivano invitate ad iscriversi ai corsi di “Scuola di Religione”, che aveva organizzato per una conoscenza approfondita del cristianesimo da parte delle future maestre.
.
.
Secondo lo spirito e il metodo vincenziano, suor Nicoli predilesse l’attenzione alla persona e al suo rapporto con Cristo, e lo testimoniò con la vita.
Ella visse l’umiltà, l’obbedienza ai suoi “venerati”, “amatissimi” Superiori perché espressione del proprio abbandono a Dio, e l’appartenenza alla Comunità, sperimentando la carità verso i Poveri come vero amore verso il Signore.
.
.
“La vera obbedienza
si riconosce per quella semplicità che non cerca i motivi del comando, quella generosità che non fa distinzione tra un comando importante e un desiderio, quell’ umiltà che non ha riguardo se non per Dio, quell’ allegria che rallegra Dio stesso,
quella perseveranza senza cui si è virtuosi solo a metà…
Il Crocifisso! Ecco il più bel trattato dell’obbedienza.”
.
.
“Noi ci chiamiamo Figlie della Carità,
il che significa che noi deriviamo dal cuore di Dio.
Bisogna dimostrarlo con le opere…”
.
.
A 61 anni, suor Nicoli ritornò al suo Sposo. dopo essersi letteralmente consumata nella carità, lei che faceva bene “con la sua sola presenza”.
Già negli anni trenta fu introdotta la causa di beatificazione dallo stesso Arcivescovo di Cagliari. Il 28 aprile 2006, il Santo Padre Benedetto XVI autorizzò la promulgazione del Decreto di eroicità delle sue virtù.
.
.
“Ho tanta allegria in cuore che mi è forza sorridere!
Soffrire non è una disgrazia, ma è essere trattati come i migliori amici di Dio. La croce è la maggior prova d’amore che ci possa dare Dio. Ringraziamolo sempre delle pene che ci manda,
e così gli contraccambieremo la prova d’amore che egli ci dà inviandocele.”
.
.
“Per santificare gli altri, bisogna farsi santi,
altrimenti si potrà fare strepito, ma vero bene, mai!”
.
.
“Non so pregare, ma confido in Dio
e in Lui mi abbandono, così vivo tranquilla e lieta.”
.
.
“Non lasciarti abbattere… Le stesse nostre debolezze e miserie
debbono accrescere la nostra fiducia in Lui.
Viviamo tranquilli e contenti nelle braccia di Dio…
Egli é nostro Padre, nostro Tutto.”
.
.
“Fa quello che puoi con gioia e tranquillità,
ed il resto prega la Madonna che lo faccia Lei stessa.
Oh, fanne l’esperienza e mi saprai dire quanto giova
affidarsi alla Madonna Santissima.
Di qualunque matassa, per quanto intricata,
si trova facilmente il bandolo
allorché ci si mette le mani.”
.
.
“Noi dobbiamo essere gli Angeli Custodi dei Poveri,
e quindi ogni qualvolta essi si indirizzano a noi,
dobbiamo accoglierli con bontà
e nulla risparmiare per soccorrerli.”
.
.
“Noi apparteniamo a Dio… Per questo, se non indirizziamo a Dio
i nostri pensieri, i nostri affetti, le nostre azioni,
noi rubiamo ciò che gli appartiene.”
.
.
“Non diciamo: – Sono sempre la stessa! – .
Noi navighiamo contro la corrente di un fiume.
Se non riusciamo ad andare avanti,
non diciamo: – Non faccio niente – .
Se facessi niente sarei trasportata via dalla corrente.
Se sono sempre qui è perché lotto contro la corrente, mi sostengo,
avanzo, mi arricchisco di meriti.”
.
.
“La parola è d’argento, quando è a proposito.
Ma spesso la parola è di ferro, di piombo; spesso di argilla, di fango, immondizia avvelenata.
Il silenzio quasi sempre è d’oro: ciarloni e santi nello stesso tempo è un fenomeno che non sì è mai visto.”
.
.
“Il segreto per divenire grandi santi è praticare le piccole virtù,
facendo tutto bene, nel tempo e nel luogo,
nella maniera con cui Dio vuole.
Quale cosa dà il vero valore alle nostre azioni?
L’intenzione e l’affetto del cuore.”
.
.
“L’obbedienza è la mia cara libertà.
Obbediamo a Dio, e Dio è obbligato ad aiutarci.”
.
.
“Il cuore è cieco senza la ragione.”
.
.
“Confida, confida molto in Lui
e tu sperimenterai che chi confida in Dio
non è mai deluso.”
.
.
“Tutto passa, si lasciano persone e luoghi, ma Dio è dappertutto!”
.
.
“Devo procurare di pensare come Gesù,
di parlare come Gesù,
di rispondere come risponderebbe Gesù,
di operare come Gesù. “
.
.
“Benediciamo sempre il Signore,
e serviamolo sempre fervorosamente e allegramente.
Il fervore alimenterà l’allegria e l’allegria conserverà il fervore,
e gioverà allo stesso tempo alla salute materiale.
Oh, l’allegria è un gran rimedio…
Sta allegra, sta allegra, te lo ripeto.
Con l’allegria ci si sente meno il male
e si guarisce più presto. “
.
.
“Poiché Dio ci ha amato senza misura,
non mettiamo limiti alla carità verso i nostri fratelli:
Dio lo vuole.”
.
.