Dieci anni dopo il grande dono della Medaglia Miracolosa, manifestato per la prima volta a Santa Caterina Labourè, un’altra Figlia della Carità, suor Giustine Bisqueyburu, ricevette dalla Santa Vergine lo Scapolare del Suo Cuore Immacolato. Era il 28 gennaio 1840.
Lo “scapolare” si compone dall’ unione di due pie immagini, cucite sopra un piccolo pezzo di panno verde, con un nastro dello stesso colore per appuntarlo.
Suor Giustine Bisqueyburu nasce l’11 novembre 1817 a Mauléon in Francia, nella zona dei Pirenei, in una famiglia benestante. A 22 anni lascia la vita agiata per seguire la chiamata del Signore e servire i poveri tra le Figlie della Carità di San Vincenzo de’ Paoli.
Giustine giunge a Parigi in compagnia del padre Giovanni Aladel, il Direttore di Santa Caterina Labourè e, dopo il Seminario in Casa Madre, viene inviata nella comunità di Blagny, una scuola. Successivamente ella raggiunge Versailles al servizio degli ammalati e poi, nel 1855, la troviamo a Costantinopoli per curare i soldati feriti nella guerra di Crimea. Nel 1858 le viene affidata la direzione del grande ospedale militare di Dey (Algeri). Dopo 9 anni, richiamata dall’Africa, presta servizio ai soldati ammalati e feriti dell’Armata Pontificia a Roma e poi i Superiori la destinano all’ospedale di Carcassonne in Provenza.
Dopo 35 anni di caritatevole dedizione verso i malati, lascia la vita terrena il 23 settembre 1903. Le sue ultime parole sono: “Amate la Santissima Vergine, amatela molto. È così bella!”, ma nulla rivela alle compagne riguardo il segreto della sua particolarissima relazione con la Nostra Santa Madre.
Suor Giustine arriva a Parigi il 27 novembre 1839, ma, per entrare in vocazione, deve attendere il ritiro del gennaio 1840.
Nella sala del ritiro, a quel tempo, ben risalta una bella statua della Madonna, ricca di storia.
LA STATUA DI NOSTRA SIGNORA DELLA MISSIONE
Davanti a questa statua, Giustine vive la prima manifestazione di Maria, il 28 gennaio 1840. La Madonna indossava una lunga veste bianca, racconta più tardi la Seminarista, e un manto celeste senza velo. Aveva i capelli sciolti sulle spalle e teneva nella mano destra il suo Cuore Immacolato, fiammeggiante.
L’apparizione si ripete più volte durante i mesi del Seminario, senza che la Madonna si esprima in alcun modo, tanto che Giustine lo sente come uno stupendo dono personale, per aumentare in lei la devozione al Cuore Immacolato di Maria. L’8 settembre, invece, la Santa Vergine completa il suo messaggio ed esprime il suo volere. Suor Giustine si trova già nella casa di Blagny.
Maria ha il Cuore Immacolato nella mano destra. Nella mano sinistra, regge uno “scapolare”, un piccolo pezzo di stoffa verde di forma rettangolare, con un nastro dello stesso colore. Sul davanti è raffigurata la Madonna, mentre sul retro ne campeggia il Cuore trafitto da una spada, splendente di luce e circondato dalle parole:
“Cuore Immacolato di Maria, pregate per noi adesso e nell’ora della nostra morte!”
Una voce interiore presenta a suor Giustine il desiderio di Maria: confezionare e diffondere lo Scapolare e la giaculatoria, per ottenere la guarigione degli ammalati e la conversione dei peccatori, specialmente in punto di morte.
Nelle successive manifestazioni, le mani della Santa Vergine si riempiono di raggi luminosi, che scendono verso terra, come nelle apparizioni della Medaglia Miracolosa, simbolo delle grazie che Maria ottiene da Dio per noi.
Quando suor Giustine decide di raccontare questi eventi a p. Aladel, viene invitata alla prudenza. Finalmente, dopo una prima approvazione dell’Arcivescovo di Parigi, mons. Affre, si inizia a confezionare lo Scapolare e ad usarlo privatamente, ottenendo conversioni insperate.
Nel 1846, p. Aladel prega suor Giustine di chiedere alla Madonna stessa se lo Scapolare deve essere benedetto con facoltà e formula speciale, se deve essere “imposto” liturgicamente, e se le persone che lo portano, devono impegnarsi in pratiche particolari e preghiere quotidiane.
Maria, l’8 settembre 1846, risponde con una nuova apparizione a suor Giustine, affermando che qualsiasi sacerdote può benedirlo, non trattandosi di un vero e proprio scapolare, ma soltanto di una pia immagine. Aggiunge che non deve essere imposto liturgicamente e che non richiede una particolare preghiera quotidiana. Semplicemente basta ripetere con fede la giaculatoria:
“Cuore Immacolato di Maria, pregate per noi adesso e nell’ora della nostra morte!”
Nel caso che l’ammalato non possa o non voglia pregare, chi lo assiste preghi per lui con la giaculatoria, mentre lo Scapolare si può mettere, anche a sua insaputa, sotto il cuscino, tra i suoi abiti, nella sua stanza. L’essenziale è l’accompagnare l’uso dello Scapolare con la preghiera e con grande amore e fiducia nella intercessione della Santissima Vergine. Maggiore sarà la confidenza, più avverranno le grazie.
Dopo l’assenso di mons. Affre, di cui però non esiste la documentazione scritta nella Curia di Parigi, il Papa Pio IX approva per due volte nelle lettere ai Procuratori della Congregazione della Missione presso la Santa Sede, p. G.Guarini c.m. (il 19 dicembre 1863) e p. G.B. Borgogno (il 3 aprile 1870). In particolare a p. Borgogno il Papa dice: “È una bella e pia immagine. Do ogni permesso a questo scapolare. Scrivete a quelle buone Suore che le autorizzo a confezionare e distribuire questo scapolare”.
Il Superiore Generale della Congregazione della Missione e delle Figlie della Carità, p. Antonio Fiat, chiede un’approvazione scritta all’Arcivescovo di Cambrai, mons. Francesco Delamaire, in data del 13 luglio 1911. L’Arcivescovo di Parigi, mons. Affre, durante i moti rivoluzionari del 1848, salì sulle barricate di Parigi, per rappacificare le parti su invito di Federico Ozanam, uno dei fondatori delle Conferenze di San Vincenzo.
Il suo intervento, però, finì tragicamente, poiché su quelle barricate venne assassinato. Le sue ultime parole furono: “Che il mio sangue sia l’ultimo sangue versato!”.
Il colpevole rimase sconosciuto, ma, convertitosi, confessò in punto di morte il delitto. Era il 1859. Qualche tempo prima, le Figlie della Carità che lo curavano, suor Dufés e suor Puntis, lo avevano affidato alla Santa Vergine, ponendogli lo Scapolare Verde sotto il cuscino.
L’assassino muore dicendo: “È a Maria, rifugio dei peccatori, che devo la mia conversione!”.
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