Nei giorni del Convegno Ecclesiale, la città dove noi operiamo si è davvero trasformata, irriconoscibile: per noi cristiani è il segno di una città che vuole cambiare!
Le persone, venute da ogni parte dell’Italia, non sono state semplici uditrici: quello che hanno vissuto ed ascoltato, è servito per cambiare dentro. “Testimoniare Gesù risorto”: questo è l’invito che ci è stato fatto e che deve spronare ciascun cristiano ed essere un vero testimone del mondo!
Noi Figlie della Carità non potevamo mancare alla Celebrazione Eucaristica allo stadio: uno spettacolo di quelli che non si scordano più, quel pomeriggio si giocava una delle partite più importanti, era più di una finale mondiale: l’Eucarestia presieduta da Papa Benedetto XVI!
Non eravamo persone di tifoserie avverse, eravamo lì per un’unica squadra: quella della Speranza! Lo stadio era adornato di striscioni colorati, che aiutavano a meditare ciò che stavamo vivendo: “speranza… siamo noi giovani?”, “Speranza: il sogno di Dio per l’oggi!”, “Noi siamo speranza” e ancora “ci sono 1000 ragioni per credere!”. Un colpo d’occhio straordinario, che avvolgeva in un abbraccio senza interruzione il grande palco dominato dal rosso marmo di Verona. Gradinate piene di persone di ogni età: dai bambini agli anziani, uomini e donne; chi era venuto con la Parrocchia, chi con il suo gruppo e la sua Associazione, chi individualmente, ma ciascuno voleva sottolineare, ciascuno a suo modo, la sua presenza lì! I cori gioiosi sono esplosi in un boato quando ha fatto il suo ingresso Benedetto XVI, uomo dal grande carisma e di un’umanità semplice, ma immensa.
Molto toccante è stato il vederlo scendere dall’auto a metà percorso e dirigersi a piedi verso l’altare, sostando a salutare i malati e i disabili posizionati al bordo del palco. Come non pensare a San Vincenzo…attenzione ai più poveri, agli ultimi, per scorgere nei loro volti il volto di Cristo!
Allo stadio erano presenti anche molti politici,ma questa giornata non era dedicata né al potere né alla Finanziaria, era la giornata della Speranza e anche loro erano lì come persone semplici in ascolto di un uomo portatore di speranza, un uomo che a volte sa davvero essere duro, ma per il bene della Chiesa e di ciascuno di noi.
L’omelia è stata continuamente interrotta da applausi! E i numerosi sorrisi di Benedetto XVI erano la dimostrazione della sua gioia!
Il Papa ha avuto parole di ringraziamento per tutti, non tralasciando nessuno…da chi aveva lavorato duramente per la realizzazione del Convegno, alla città che lo ospitava e a tutti i presenti a quell’evento ecclesiale: “l’Eucarestia, nella quale Cristo Signore ci convoca, ci parla, ci nutre e ci invia….”
Vorremmo farvi dono delle parole più significative ascoltate durante la S.Messa: “la Parola di Dio pone in evidenza la risurrezione di Cristo, evento che ha rigenerato i credenti ad una speranza viva, come si esprime l’apostolo Pietro…. Noi viviamo nel presente sempre protesi verso la meta, che è l’incontro finale con il nostro Signore Salvatore. Forti di questa speranza non abbiamo paura delle prove, le quali, per quanto dolorose e pesanti, mai possono intaccare la gioia profonda che ci deriva dall’amore di Dio. Egli, nella sua provvidente misericordia,ha dato il suo Figlio per noi e noi, pur senza vederlo, crediamo in Lui e lo amiamo. Il suo amore ci basta. Dalla forza di questo amore, dalla salda fede nella risurrezione di Gesù che fonda la speranza, nasce e costantemente si rinnova la nostra testimonianza cristiana.”
E ancora: “dal giorno della Pentecoste, infatti, la luce del Signore risorto ha trasfigurato la vita degli apostoli. Essi ormai avevano la chiara percezione di non essere semplicemente dei discepoli di una dottrina nuova ed interessante,ma testimoni prescelti e responsabili di una rivelazione a cui era legata la salvezza dei loro contemporanei e di tutte le future generazioni. La fede pasquale riempiva il loro cuore di un ardore e di uno zelo straordinario, che li rendeva pronti ad affrontare ogni difficoltà e persino la morte, ed imprimeva alle loro parole un’irresistibile energia di persuasione. E così, un manipolo di persone, sprovviste di umane risorse e forti soltanto della loro fede, affrontò senza paura dure persecuzioni e il martirio.
Noi siamo gli eredi di quei testimoni vittoriosi! Ma proprio da questa constatazione nasce la domanda: che ne è della nostra fede? In che misura sappiamo comunicarla?”
Una domanda alla quale ciascuno di noi è chiamato a rispondere, guardandoci dentro e gettando ogni paura nell’annunciare la Buona novella… forse la cosa importante è di chiedere al Signore la costanza nel nostro essere testimoni, un annuncio che deve essere caratterizzato da quell’entusiasmo che avevamo allo stadio, perché il Convegno non è stato un punto di arrivo,ma bensì un punto di partenza…ora tocca a noi!
“Occorre tornare ad annunciare con vigore e gioia l’evento della morte e della risurrezione di Cristo, cuore del Cristianesimo, fulcro portante della nostra fede, leva potente delle nostre certezze, vento impetuoso che spazza ogni paura ed indecisione, ogni dubbio e calcolo umano. Solo da Dio può venire il cambiamento decisivo del mondo.”
Tutto lo stadio applaude, ci sono tante persone fuori che hanno bisogno di noi… rimbocchiamoci le maniche!
Le Sorelle FdC della Comunità di VERONA
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